lunedì 24 novembre 2008

Eccomi di ritorno!

Siamo tornati da qualche giorno, il distacco è duro da mandare giù e avevamo bisogno di tempo per elaborarlo. Ma non c'è medicina per il Mal d'Africa se non quella di pensare già alla prossima volta.
Il viaggio di andata è stato lunghissimo, il costo del biglietto era stracciato, ma la partenza poteva essere rinviata anche all'ultimo momento e così è stato. Avevamo le valige pronte e ci hanno rinviato il volo a quattro giorni dopo rispetto al previsto. La tratta prevedeva Roma-Milano-Zanzibar-Mombasa. A Roma si è scatenato il diluvio proprio mentre l'aereo era in pista per il decollo, risultato: 2 ore di ritardo.


A Milano incontriamo il nostro amico e compagno di viaggio Riccardo e scopriamo che la partenza è rinviata di due ore perchè l'aeroporto di Zanzibar sarebbe rimasto chiuso per l'arrivo di una non meglio identificata Principessa. Lo scalo prevedeva inoltre la pulizia dell'aereo e il rifornimento di carburante.
Insomma, non è stato semplice, ma l'emozione ci ha aiutato a superare ogni contrarietà.
All'aeroporto di Mombasa ci aspetta il mitico Moffat con il suo Matatu solo per noi. Ci aspettano due ore di viaggio per arrivare a Watamu, le prime due in terra d'Africa.


Decidiamo che non ci importa di vedere la casa che ci ospiterà, non ci importa delle 16 ore di viaggio sulle spalle, non ci importa di farci una doccia per recuperare un po' di energia, è quasi il tramonto e desideriamo solo una cosa: rivedere i bimbi e ci facciamo portare direttamente all'orfanotrofio.
Loro non sanno del nostro arrivo, perciò alla vista del pulmino che entra nel cortile intonano il solito canto di benvenuto riservato ai turisti che decidono di fargli visita durante le proprie vacanze, ma appena apriamo lo sportello e usciamo il canto si trasforma in grida di gioia, ci riconoscono, urlano i nostri nomi, i più ci corrono incontro, qualcuno dall'emozione scoppia in un pianto che dice tutto.







Non abbiamo avuto il tempo di organizzare la consegna dei tanti regali portati dall'Italia, lo faremo con la giusta attenzione nei prossimi giorni, ma sento la necessità di ricambiare la calorosa accoglienza e allora improvviso la distribuzione della busta di rondelle di liquirizia comprate al volo in aereoporto, di quelle che si srotolano e dividino in due filamenti e loro ne sono entusiasti. Passiamo un paio d'ore in loro compagnia, godendone ogni minuto, constatando la crescita e i progressi di molti di loro.

Rachel, la bimba che un anno fa Riccardo trovò nella foresta e che a 4 mesi pesava circa 3 Kg oggi sta bene, ha messo su due belle guanciotte ed è una simpaticona.
Salimu, tre anni, l'anno scorso piangeva per ore buttato in terra e se ti avvicinavi ti si arrampicava addosso come una scimmietta e per nessun motivo potevi più lasciarlo, era chiuso e intrattabile. Oggi ama ancora tanto le coccole, ma è un bimbo diverso, più sereno, capace di giocare con i compagni e interagire con gli adulti.

Elle, dieci anni, che l'anno scorso viveva le sue giornate con in braccio costantemente il piccolo Salomon accudendolo come ne fosse la madre, oggi è una ragazzina giudiziosa, ma finalmente libera e contenta di vivere la sua età.
Qualcuno dei più grandi non è più nella struttura, ci dicono che alcuni familiari li hanno ripresi con loro, spero solo che non sia perchè ora sono in grado di lavorare.
Ci sono quattro o cinque nuovi piccolini sotto l'anno di età, stanno bene, e sono accuditi da tre meravigliose mamy.


Si è fatto tardi, monta il turno il guardiano notturno, vestito di nero, armato di torcia e arco con frecce; i bimbi hanno cenato e mentre i più grandi iniziano la lezione serale nel cortile davanti, i piccoli si intrattengono dietro la struttura principale; alcuni fanno i compiti, Mama Susan lucida le scarpe per chi domani andrà a scuola; in quattro o cinque, lavano i piatti e le stoviglie, alcuni chiacchierano seduti in cerchio, altri si intrattengono in giochi da cortile, palla avvelenata, campana, con tutte le varianti tipiche del luogo, i piccolissimi prendono le medicine, qualcuno si incammina solo verso il dormitorio e si addormenta vestito sul letto.
Non resta che fargli una carezza e abbassare le zanzariere.
Lala salama watoto! Tutaonana kesho!

...Continua...






3 commenti:

Didi ha detto...

Ciao Chui! che bella scoperta il tuo blog e le tue parole, il modo in cui leggi la realtà e la descrivi.. Grazie! e grazie anche per il pudore dignitoso e silenzioso con cui segui la tua strada.. non hai fatto pubblicità al tuo viaggio, così rischiavo di non saperne nulla, ma apprezzo la tua modestia e serietà.
un abbraccio,
Didi (del forum)

Anna ha detto...

Ciao mamachui, non vedo l'ora di leggere il seguito della storia, e di incontrarti!
Annabell

Anonimo ha detto...

ciao chui ..... sono quì a sbirciare sul tuo meraviglioso viaggio!!!! Ti abbraccio eugenia